La guerra libica nel cyberspace

Abbiamo visto come nell’epoca moderna i conflitti spesso vengano combattuti su canali tra loro paralleli: non solo la guerra combattuta sul teatro operativo vero e proprio, ma anche una guerra combattuta con le informazioni, attraverso i network informatici più diffusi. La guerra che sta lacerando da mesi il suolo libico non è da meno. Tuttavia, nella presente analisi, si è preferito non focalizzarsi troppo sugli elementi “classici” dell’Information Warfare. L’autrice ha scelto di concentrarsi su aspetti meno noti, aspetti legati al nuovo campo di azione – il cyberspace – che non sono più parte di scenari futuristici ai limiti della fantascienza, ma sono ormai parte della vita di tutti i giorni.

Il prossimo Nobel per la pace

La morte violenta di Mu'ammar Gheddafi ha subito richiamato alla mente quella di Saddam Hussein, solo di pochi anni precedente. Malgrado certe differenze palesi (Hussein non fu assassinato da una manica di balordi armati di telefonini, ma giustiziato dopo un più o meno regolare processo), le analogie sono evidenti, tanto che il parallelo è stato subito fatto proprio dalla stampa. Un paio di similitudini si sono però perse nel discorso “mainstream”.

Terrorismo islamico: nuove sfide e minacce.

Sono trascorsi ormai dieci anni dall'attentato compiuto da Al-Qaeda al World Trade Center e al Pentagono, e la data dell'11 settembre 2001 rappresenta tuttora uno dei grandi fattori di mutamento negli obiettivi e nelle strategie, in politica estera e interna, dell'Occidente e di tutti gli stati del mondo. Quali prospettive è possibile individuare di fronte ad un mutevole scenario?

Informazione e tecnologia: le nuove frontiere del warfare

Informazione e guerra sono da sempre profondamente legate tra loro: l’informazione è comunicazione della guerra, ma è anche comunicazione in guerra. Carlo Jean ha parlato di informazione come “moltiplicatore di potenza”: informazione, nel Terzo Millennio, è arma e terreno stesso di scontro, il web è teatro di attacchi e contrattacchi, semplici virus da computer sono in grado di paralizzare e preoccupare interi Stati i quali, a fianco dei tradizionali eserciti di professionisti in divisa, cominciano a valutare l’ipotesi di schieramento di truppe di hacker (spesso poco più che ragazzi), capaci di mandare in tilt i sistemi informatici del nemico. La geostrategia globale deve dunque prepararsi ad affrontare le “nuove guerre” e, con esse, nuovi paradigmi e nuove dottrine geopolitiche.

Le tappe strategiche della Guerra Fredda

La parentesi bipolare si è chiusa definitivamente con la caduta dell'Unione Sovietica. Ad essa è andato a sostituirsi il rigido unipolarismo a guida statunitense che ha conosciuto il proprio apice a ridosso del 2000 per poi iniziare un lento declino accompagnato da una crescita parallela di numerose potenze regionali sparse per il mondo. La Russia, affermandosi al rango di grande potenza, è andata indubbiamente ad iscriversi nel novero dei paesi destinati a svolgere un ruolo principale nel complesso scenario internazionale inesorabilmente avviato verso il multipolarismo.

Libia – Quali sono le capacità dell'aviazione francese?

Ancora una volta, il 2 maggio 2011, dei caccia francesi hanno dovuto compiere un atterraggio di emergenza sull'aeroporto di Malta. Anche l'osservatore meno severo ha il diritto di interrogarsi su questi problemi che hanno suscitato le proteste dei rappresentanti maltesi, stanchi di questi sorvoli dell'aeronautica francese sulle loro teste. Se la guerra di Libia dovesse perdurare, i Mirage F1-CR/F1-CT dell'aviazione avranno per forza di cose, sempre più problemi.

La scure della crisi sulle spese militari

La crisi finanziaria è arrivata a colpire anche il settore difesa. Il prestigioso Stockholm Peace Research Institute (Sipri) ha pubblicato i primi risultati dell’indagine sulla spesa globale per la difesa 2010: i dati indicano che la crisi ha spinto ad una diminuzione delle spese militari a livello globale, e confermano le tendenze emerse negli ultimi anni. I paesi emergenti mirano comunque a costruire forze armate all’altezza delle proprie ambizioni, mentre gli europei persistono nel considerare la difesa come uno strumento accessorio, e forse superfluo, tra quelli disponibili per la loro azione esterna.

Le patologie del bilancio della difesa

Lo studio “Economia e industria della Difesa” recentemente pubblicato dallo Iai merita un esame attento, poiché evidenzia un rischio che non può non preoccupare: quello di un costante deterioramento dello strumento militare italiano. La questione non è tanto di quantità, ma di qualità. Il giudizio sul bilancio della difesa negli ultimi esercizi finanziari non può che essere: “pochi soldi, che potrebbero essere spesi meglio”.

Le sfide del bilancio della difesa

Nonostante i tagli al bilancio comuni a molti paesi europei, Gran Bretagna e Francia mantengono forti investimenti nel settore della difesa, e in particolare in Ricerca & Sviluppo, mentre in l’Italia permane un problema di squilibrio tra le varie voci del bilancio della difesa che mette a rischio la tenuta stessa dello strumento militare. È quanto si ricava dallo studio annuale IAI su Economia e industria della difesa: tabelle e grafici , appena pubblicato.

Le forze armate della Libia

Panoramica sulle Forze Armate della Repubblica Popolare Socialista della Jamhairya Libica. L'equipaggiamento dell'esercito è essenzialmente sovietico, degli anni '70 e '80. L'aviazione consta ssenzialmente di velivoli sovietici e francesi, acquistati negli anni '70 e '80.
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