IL TERRORISMO SIONISTA IN ITALIA

La strage di Bologna Il lungo iter giudiziario seguito alla strage del 2 agosto 1980 sembra essersi concluso con la condanna all’ergastolo di Paolo Bellini,...

LA GEOPOLITICA NELL’ITALIA REPUBBLICANA

Nonostante l’invidiabile posizione geografica e a dispetto dei caratteri che ne costituiscono la struttura morfologica, attualmente l’Italia non possiede una dottrina geopolitica. Ciò è dovuto principalmente ai tre seguenti elementi: a) l’appartenenza dell’Italia alla sfera d’influenza statunitense (il cosiddetto sistema occidentale); b) la profonda crisi dell’identità nazionale; c) la scarsa cultura geopolitica delle sue classi dirigenti. Eppure una sorta di geopolitica rispondente agli interessi nazionali, e dunque eccentrica rispetto alle indicazioni statunitensi (esclusivamente dirette ad assicurare a Washington l’egemonia nel Mediterraneo), è stata presente nelle alterne vicende della Repubblica italiana.

L’UCRAINA SARÀ UN “GRANDE ISRAELE”?

Nel corso di una conferenza stampa tenuta il 5 aprile 2022 il presidente Volodymyr Zelensky ha prefigurato il futuro dell’Ucraina del dopoguerra dichiarando che...

IL MITO DI FONDAZIONE DEL REGIME SIONISTA

“Il terrorismo sionista, che ha manifestato le sue tendenze sanguinarie almeno fin dagli anni Trenta, non è riuscito a terrorizzare i Palestinesi. Essi soffrono,...

GLI USA, LA TURCHIA E LA CRISI DEL SISTEMA OCCIDENTALE

Archiviato dalla storia il momento unipolare, il sistema occidentale a guida statunitense sembra essere entrato in una crisi irreversibile. Il crollo economico-finanziario e la perdita di un sicuro pilastro dell’edificio geopolitico occidentale come la Turchia ratificano la fine della spinta propulsiva statunitense. Gli USA si trovano oggi sul crinale di una decisione epocale: accantonare il progetto di supremazia mondiale, e quindi condividere con gli altri attori globali le scelte di politica ed economia internazionali, oppure insistere nel disegno egemonico e rischiare la stessa sopravvivenza come nazione.

BRICS: I MATTONI DELL’EDIFICIO MULTIPOLARE

Dieci anni fa l’acronimo BRIC entrava nel lessico dell’economia e della finanza internazionali. Da allora la cooperazione tra i Paesi emergenti che tale sigla raggruppa ha assunto un registro sempre più marcatamente geoeconomico e geopolitico. Il consolidamento delle relazioni tra Brasile, Russia, India, Cina e, dal 2010, Sudafrica è stato possibile non solo a causa delle evidenti comuni necessità economiche in materia di modernizzazione e sviluppo – tipiche dei paesi emergenti – ma anche in virtù di una condivisa visione della politica internazionale. Il coordinamento politico sviluppatosi in ambito BRICS nel corso di pochi semestri costituisce un elemento di accelerazione della transizione uni-multipolare.

VERSO L’UNIONE EURASIATICA

La Russia sta sviluppando un'azione aggregatrice per restaurare in parte quell'unità che si è disgregata col crollo dell'URSS. Il 1 gennaio 2012, infatti, è entrato ufficialmente in vigore l'accordo siglato da Russia, Bielorussia e Kazakhstan per l'istituzione di un'unione doganale preliminare all'unificazione dell'economia delle tre repubbliche. In un articolo pubblicato dal quotidiano "Izvestia" che ha suscitato l'allarme dei commentatori occidentalisti, Vladimir Putin ha definito lo Spazio Economico Unico "un traguardo di portata storica non solo per i tre paesi, ma anche per tutti gli Stati postsovietici". Nel caso di una sua rielezione alla guida della Russia, Putin prospetta il passaggio di questi tre paesi ad una fase ulteriore di coordinamento e quindi alla nascita del nucleo di una Unione Eurasiatica.

LA TERZA ROMA E LA QUARTA GUERRA PUNICA

His ego nec metas rerum nec tempora pono: imperium sine fine dedi. (Virgilio, Eneide I, 278-279)   Apparsa verso la metà del secolo IX, l’espressione latina translatio imperii...

“SIAMO SULL’ORLO DELLA GUERRA”

Un quarto di secolo fa il professor John Joseph Mearsheimer pensava che “tra l’Ucraina e la Russia la situazione ormai matura perché tra...

LA GEOPOLITICA DELLE LINGUE

Lingua e Impero Se il termine geolinguistica non fosse già utilizzato dai glottologi per significare la geografia linguistica o linguistica areale, ossia lo studio della diffusione geografica dei fenomeni linguistici, lo si potrebbe impiegare per indicare la geopolitica delle lingue, cioè il ruolo del fattore linguistico nel rapporto tra lo spazio fisico e lo spazio politico. A suggerire questa possibilità non è solo l’esistenza di analoghi composti nominali, come geostoria, geofilosofia, geoeconomia, ma anche la relazione della geopolitica delle lingue con una disciplina designata da uno di tali termini: la geostrategia.
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