Fonte: http://www.strategic-culture.org/pview/2010/10/31/bric-at-unsc.html 31.10.2010


La scelta dell’India, questo mese, a membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), ha catapultato il Brasile – Russia – India – Cina (BRIC) al più alto organismo internazionale come forza con cui fare i conti. È un argomento di dibattito in che misura e in quali principi comuni in queste nazioni porrà un fronte comune su varie questioni internazionali in un mondo pieno di molteplici sfide. Certo, la posta è alta in questa politica in continua evoluzione dell’era post-guerra fredda, e altrettanto certamente le prospettive non sono mai apparse più luminoso con queste nazioni che coordinano le loro strategie su diverse questioni, che vanno dal sistema degli stati in evoluzione, alla questione Iran, alla riforma degli organismi internazionali e così via.
Pur esprimendo giubilo per la scelta dell’India, gli affari esteri indiani hanno fatto una dichiarazione cauta, nel senso che l’India avrà un ruolo responsabile durante la gestione delle questioni che sorgeranno nel Consiglio di Sicurezza. Non può essere una pura coincidenza che i prossimi mesi di questo anno, si avranno in India le visite dei più importanti giocatori mondiali. Mentre novembre sarà testimone della visita del Presidente degli Stati Uniti e del presidente francese, il mese di dicembre vedrà la visita del presidente russo e del Premier cinese. Infatti, la complessa rete di relazioni ha reso gli allineamenti emergenti più importanti, in cui il ruolo del BRIC  certamente conterà di più nei prossimi anni. E in questo scenario emergente, il Consiglio di sicurezza sarà certamente un campo da gioco per le varie potenze con obiettivi complessi.
Con i conflitti in tutto il mondo che ruotano attorno alle divisioni religiose, etniche, geografiche e altre identità distinte, o una qualsiasi combinazione di queste divisioni; il ruolo degli Stati nazionali è certamente divenuto evidente, mentre nel nuovo ordine mondiale emergente gli Stati nazionali multietnici e dal quadro pluralistico, non hanno accettato l’idea della separazione o della secessione. Lo sviluppo curioso è che, mentre una nazione o gruppo di nazioni sono pronte a indebolire le altre nazioni attraverso la promozione  in vari modi di gruppi secessionisti, esse condannano veemente le stesse cose nei loro territori. La logica sembra essere spiegabile, nel gioco politico delle nazioni, ma questi giochi subdoli hanno causato danni incalcolabili al concetto stesso di Stato-nazione.
Due casi spiegano questa complessità. Mentre il caso del Kosovo è stato perseguito con vigore da alcune potenze occidentali, vivisezionando lo stato nazionale della Serbia, il caso apparente di Sud Ossezia e Abkhazia sembrava essere stato classificato come un caso di avventurismo, in particolare da alcuni paesi occidentali. Qui, l’argomento da parte di alcuni altri paesi, sembra plausibile, se il Kosovo, con una chiara identità, ha il diritto di secessione dalla Serbia, lo stesso diritto deve essere concesso alle regioni separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, dalla Georgia. La recente legge del governo georgiano di permettere a persone del Caucaso settentrionale della Russia, senza visto, di soggiornare fino a 90 giorni può, tra l’altro, infiammare le tendenze separatiste della federazione russa. In realtà, le aspirazioni alla sovranità di identità distinte in tutto mondo, sono infinite e minacciano il nucleo dello stesso sistema Stato-nazione. La domanda sorge spontanea: il BRIC può giocare un ruolo determinante nell’arrestare questa tendenza, che gli stati nazionali sono ansiosi di giocare subdolamente l’uno contro l’altro? Può il BRIC, come gruppo, avere un ruolo in seno alle Nazioni Unite, e con la loro crescente influenza, poter svolgere un ruolo efficace per ristabilire la credibilità del sistema degli esistenti stati-nazione?
Certamente la questione iraniana sarà predominanti nelle Nazioni Unite, nei prossimi mesi, nonostante le sanzioni da parte del Consiglio di sicurezza. Le nazioni BRIC possono coordinare le loro politiche adottando un approccio comune sulla questione Iran. l’Iran, il 25 ottobre, ha dichiarato di aver iniziato il caricamento del combustibile nel nocciolo del suo impianto nucleare di Bushehr.  Anche se il vice presidente dell’Iran ha dichiarato che lo scopo del reattore è ‘produrre energia elettrica da metà febbraio (2011),’ il programma può essere visto con sospetto da molti paesi, in particolare da parte dell’Occidente. Il BRIC può svolgere un ruolo efficace nel dare trasparenza all’intero processo. Su una scala più ampia, i paesi BRIC possono estendere la loro agenda sviluppando il consenso sul disarmo nucleare mondiale. Questa può essere una questione spinosa, per i differenti approcci che i membri sostengono. L’India può regolare nuovi incontri nel club nucleare, per favorire il processo di disarmo, ma certamente ancora vi è un ruolo che il BRIC può svolgere efficacemente nel processo di disarmo, in particolare, quando la rappresentanza di questi paesi, nel più alto corpo decisionale, appare più plausibile.
Altre questioni spinose come le riforme delle istituzioni globali, quale il Consiglio di sicurezza stesso e la riforma degli organismi finanziari globali, come la Banca Mondiale e FMI, emergeranno prepotentemente nei prossimi mesi. Il BRIC come gruppo, ha già enfatizzato questo processo di riforma in molte occasioni. La sua piena rappresentanza nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, le fornirà l’influenza intesa ad accelerare ulteriormente il processo di riforma. Su molte altre questioni controverse, come il cambiamento climatico, le tensioni Af-Pak, la questione Myanmar e la crisi in Nepal, o su questioni come il terrorismo globale, il BRIC è in grado di fornire la direzione e l’impulso alle deliberazioni del Consiglio di sicurezza, in modo che i problemi possano essere affrontate non sotto l’egida di una potenza o di un gruppo di potenze, ma secondo le leggi e le norme internazionali.
I politici indiani hanno punti di vista simili per quanto riguarda il profilo emergente dell’India e le sue relazioni con gli altri membri del BRIC, e su come questo gruppo possa svolgere un ruolo efficace nel Consiglio di sicurezza. Nei prossimi giorni si assisterà probabilmente a una maggiore introspezione da parte della dirigenze politica indiana, per quanto riguarda il modo di esplorare questo nuovo sviluppo. Shyam Saran, che era il Segretario agli Esteri del governo indiano e rappresentante del primo ministro Manmohan Singh in molti eventi internazionali diplomatici, ha un punto di vista simile su come l’India debba coordinarsi con gli altri paesi allineati, come il BRIC, per avere un’influenza determinante sul processo decisionale al Consiglio di Sicurezza.  Secondo lui, potrebbe essere necessario istituzionalizzare le nostre consultazioni con i nostri partner del BRIC “
in modo da avere una gamma di opzioni a nostra disposizione, nello svolgere il nostro ruolo come membri del Consiglio.” Allo stesso modo, Shashi Tharoor, che è stato fino a poco tempo fa, ministro di Stato per gli Affari Esteri indiani e attualmente delegato generale indiano alle Nazioni Unite, ha sostenuto, in un articolo del quotidiano indiano Deccan Herald, il 29 ottobre 2010, che l’India deve esplorare le opzioni con gruppi come il BRIC, per fornire orientamenti e forme decisionali al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Secondo lui, molte associazioni internazionali tra cui il BRIC, di cui l’India è un membro, saranno rappresentati al Consiglio di sicurezza dell’ONU e la situazione offre una leva a questi paesi, per influenzare il processo decisionale su varie questioni, tra cui il cambiamento climatico. Un altro noto studioso di origine indiana, Kishore Mehbubani, ha sostenuto sul quotidiano Indian Express, il 30 ottobre 2010, che anche se l’ingresso dell’India nel Consiglio di sicurezza dell’ONU non potesse avere un grande impatto sul processo decisionale del supremo organo,  tuttavia essa fornirà alle potenze emergenti, tra cui l’India, una occasione per svolgere un ruolo cruciale in questo corpo. Ci si possono aspettare maggiori dichiarazioni simili da studiosi e responsabili politici indiani, nei prossimi giorni.
Le Nazioni Unite che sono emerse dalle macerie della seconda guerra mondiale, non possono essere realmente governate dalle equazioni fondate più di sessant’anni fa. Nell’ordine mondiale emergente, che non è né bipolare, né unipolare, e che è anche disposto a cambiare per accogliere le realtà emergenti delle situazioni post-guerra fredda, il Consiglio di Sicurezza deve adattarsi alle realtà emergenti. In questo mutato scenario, il BRIC può svolgere un ruolo positivo, e la sua presenza come gruppo nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, ha certamente migliorato la sua posizione contrattuale e potere.


* Il Dr. Debidatta Aurobinda Mahapatra fa parte della facoltà di ricerca presso il Centro per gli Studi Eurasiatici, Università degli Studi di Mumbai, in India.


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Traduzione di Alessandro Lattanzio
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