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Parola chiave: Stati Uniti

"La lotta per l'Africa", resoconto, foto e video

Alla presenza di un folto pubblico che ha riempito la sala dell’Hotel Farnese quasi in ogni ordine di posti, si è svolto venerdì 20 aprile il Seminario di “Eurasia – Rivista di Studi Geopolitici” dal titolo: “La lotta per l’Africa. Il neocolonialismo occidentale in Africa, l’ingerenza di Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia. La nuova politica africana della Repubblica Popolare Cinese“. L’incontro è stato introdotto e moderato dal prof. Claudio Mutti, direttore di “Eurasia”, che ha premesso come gli USA vogliano usufruire entro il 2015 del 25% del petrolio presente in Africa e a questo proposito tentino di disturbare la proficua politica di cooperazione della Cina con numerosi paesi africani.

Un giallo politico in salsa greca

Era il giugno del 2011 quando il settimanale greco “Epikera” rivelò per la prima volta i contorni di un presunto complotto ordito ai danni...

Russia: tagliare la mano americana… e israeliana

Di fronte alle interferenze americane nella politica russa, sono i media russi a beccare l'ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Michael McFaul, fino al...

Fatwa pakistana afferma che la riapertura dei percorsi NATO è “anti-islamica”

Secondo il quotidiano pachistano “The News”, una cinquantina di studiosi islamici affiliati al Consiglio Sannita dell’Ittihad hanno emesso una fatwa congiunta, stabilendo che riaprire...

Tribunale ecuadoriano condanna compagnia petrolifera statunitense

Un tribunale in Ecuador, la Sala Única de la Corte de Sucumbíos, ha confermato la sentenza contro gli Stati Uniti. Il gigante petrolifero Chevron ha ordinato alla società di pagare 18 miliardi di dollari di danni per i loro versamenti chimici nella giungla amazzonica. “Noi ratifichiamo la decisione del 14 febbraio 2011 in tutte le sue parti, compresa la condanna per danni morali,” ha segnalato il tribunale nella sentenza nella città amazzonica di Lago Agrio, nel nord-est dell’Ecuador, il 3 gennaio.

La Corte Suprema americana consacra la sovranità israeliana su Gerusalemme

La Corte Suprema americana ha proclamato che i cittadini ebreo-americani nati a Gerusalemme possono considerarsi come nati in "Israele". In precedenza il nome della Città Santa compariva come luogo di nascita ma - non riconoscendo gli Stati Uniti la sovranità israeliana su Gerusalemme - non compariva l'indicazione di "Israele". La decisione della Corte ha preso spunto da una richiesta di una coppia di nazionalità americana per il riconoscimento della nascita israeliana del proprio figlio, in quanto nato a Gerusalemme: la Corte ha accolto la richiesta.

Siria, Iran: lo spionaggio statunitense ha una sua politica

Gli esempi continuano ad accumularsi sulla disparità tra gli atti sistematici delle dirigenze politiche e le loro analisi, generalmente presentate dopo l’esplodere di questi atti, e le analisi delle informazioni relative a queste crisi, dove queste dirigenze pongono i loro atti. (Per “atti di dirigenza politica” si intendono evidentemente dei processi di comunicazione, essenzialmente dichiarazioni, pressioni, influenze, ecc. Si tratta naturalmente del comportamento corrente di queste direzioni, più dialettica e virtuale che veramente operativa, anche per quanto riguarda i problemi cosiddetti geopolitici più acuti – come l’attacco a sorpresa contro l’Iran, dibattuto pubblicamente per sette anni, tra quasi un mese…)

La stabilità del Golfo dipende dal Bahrain

Il Regno Dei Due Mari alla prova della sopravvivenza. Anch'esso colpito dall'ondata di proteste popolari, si ripercorrono le tappe fondamentali della sua storia per cercare di capire il perché di quanto sta accadendo. Senza dimenticare un contesto regionale di rilievo che grande attenzione riserba nei confronti di questo piccolo regno, dall'Arabia Saudita, agli Stati Uniti alla Repubblica Islamica d'Iran.

War is (not) over

Ripercorrendo i recenti anni di decisioni e azioni di guerra che hanno sconvolto e continuano a mietere vittime e alimentare violenze, ecco l'Iraq di oggi, un calderone in perenne ebollizione il cui destino è legato ancora a doppio filo alle volontà degli Stati Uniti. Cosa ha portato a tutto questo? Favorevoli e contrari ad un intervento militare i cui esiti, in fondo, si stanno dimostrando più che esplosivi.

Il sottosuolo polacco: la nuova scacchiera energetica

Dipendenti dagli approvvigionamenti di idrocarburi provenienti dalla Russia, i paesi dell’Europa Orientale si sono sentiti sotto scacco per parecchi anni dalla fine della Guerra fredda. Con la scoperta di immensi giacimenti di gas non convenzionale estraibile tramite la frattura idraulica di scisti, alcuni paesi celebrano con euforia la fine della dipendenza energetica – e politica – da Mosca. Probabilmente tali festeggiamenti, dei quali beneficia anche il mercato finanziario dell’energia e il flusso di investimenti esteri, sono giustificati più da auspici che da certezze.
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