PERCHÉ LE SANZIONI INTERNAZIONALI CONTRO L’IRAN SONO INUTILI

Le sanzioni adottate dalla comunità internazionale per evitare che l’Iran acquisisca armamenti nucleari non sono una soluzione razionale alla questione. Oltre a non persuadere...

Il ruolo dei movimenti sociali nello scoppio della “Primavera egiziana”

Le “rivolte” del mondo arabo e quella in Egitto in particolare hanno colto di sorpresa molti osservatori e politologi occidentali. Per anni, la stabilità del Paese, nella quale Stati Uniti e Unione Europea avevano investito ingenti somme e dalla quale dipende la loro capacità di realizzare politiche utili alle strategie occidentali nell’area, non era mai stata messa in dubbio. Gli eventi che hanno dato avvio, il 25 gennaio 2011, alla “rivoluzione egiziana” non solo hanno rivelato ancora una volta la contraddizione esistente tra l’interesse occidentale per la democratizzazione dei regimi arabi e l’interesse alla loro stabilità, ma hanno anche dimostrato che il regime egiziano era molto più fragile di quanto alcuni studiosi occidentali potessero immaginare.

LA BATTAGLIA DI ALEPPO È DI NATURA STRATEGICA

Scrivere simili pensieri mentre ancora si contano le vittime della strage di Berlino potrebbe apparire fuori luogo. Quelle che sono però le “vittorie tattiche”...

HEZBOLLAH COMBATTE IN SIRIA PER DIFENDERE IL LIBANO DA UN BAGNO DI SANGUE

Mahdi Darius Nazemroaya, Global Research, 28 giugno 2013   I media tradizionali non riescono a ricordare che le forze antigovernative in Siria hanno giurato di uccidere...

La Siria diventa il bersaglio di un complotto imperialista, dopo la sua sospensione da...

Il termine di tre giorni imposto alla Siria dalla Lega Araba, per adempiere ai propri impegni è una provocazione politica. Essa contiene dei termini che il governo siriano non potrebbe accettare, che permettono ad altri regimi del Medio Oriente di portare avanti un'azione sostenuta dall'imperialismo contro Damasco. Il piano della Lega araba vuole che la Siria ritiri i suoi carri armati dalle città tormentate dalle agitazioni, cessi gli attacchi contro i manifestanti, rilascia i prigionieri e apra il dialogo con l'opposizione. Alle condizioni attuali, ciò richiederebbe che il regime baathista del presidente Bashar al-Assad commetta un suicidio politico. Ciò vorrebbe dire accettare di abbandonare ogni azione militare, mentre gli insorti armati operano sotto la protezione di Turchia, Stati del Golfo, Libano e dietro le quinte, di Stati Uniti e Francia.

VIVERE E MORIRE A DAMASCO: IL VERO VOLTO DEL DISASTRO SIRIANO

“Congratulazioni alla Siria, il cui popolo ha resistito ad ogni forma di egemonia e di oppressione con tutti i mezzi disponibili: con la sua...

Daniel Pipes: "La Turchia non è più un alleato"

Lasciamo la parola a Daniel Pipes, direttore del Middle East Forum – il potente think tank sorto per “promuovere gli interessi americani in Medio Oriente” – nonché membro della Task Force in materia di terrorismo e tecnologia al Dipartimento della Difesa USA e “specialista in Islam e musulmani, come sanno anche i miei critici”, secondo una sua orgogliosa affermazione già pubblicizzata nell’anno 2000.

Egitto: gli ultimi giorni del Faraone

La società egiziana è divenuta un corpo senza testa: sono molti gli egiziani che cercano un nuovo eroe. Il dittatore ha già scelto chi lo sostituirà con l’appoggio dei servizi segreti e dell’esercito. Ma stavolta si trova contro una nuova generazione di egiziani.

Yemen: un “cambiamento” per tornare al passato?

In questo momento l’attenzione della comunità internazionale è rivolta verso la Siria, ma la situazione in Yemen non tende a migliorare, e le incertezze...

RADIO CITTA' FUTURA INTERVISTA ALDO BRACCIO SULLA TURCHIA

Radio Città Futura intervista Aldo Braccio, collaboratore del sito Eurasia - Rivista di Studi Geopolitici, sulla Turchia. braccio
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