Le tappe degli aiuti al Kirghizistan da parte della Presidenza kazaka dell’OSCE

Una realtà cui, di fatto, stiamo assistendo è la creazione di nuove entità eurasiatiche come il Kazakistan, un Paese che già possiede un suo prestigio sullo scacchiere internazionale, riuscendo ad influenzarne le sorti attraverso l’esercizio del soft power.

Verso una nuova cortina di ferro: lo scudo antimissile USA-NATO circonda l'Eurasia

Il progetto dello scudo antimissile è, in realta, la triade di tre scudi missilistici che formano un sistema globale di scudi antimissile che circonda l'Eurasia. I tre segmenti di teatro dello scudo missilistico hanno sede in Europa, Medio Oriente e Asia orientale.

Europa e Russia: gas-Ostpolitik

Nella partita del gas ci sono diversi attori e schieramenti. Sembrano essere poche le strategie di massima e molte le iniziative bilaterali o multiple. Poche le converge e molte le divergenze. Particolarmente indicativa è la situazione in Europa.

"Il mondo manca di regole uniformi": intervista a David Sanakoev

Estratto dell’intervista rilasciata da David Sanakoev* in esclusiva per i lettori di Nasha Gazeta e Eurasia, Rivista di Studi Geopolitici a Luca Bionda, redattore di “Eurasia”. L’intervista completa sarà pubblicata sul prossimo numero della rivista “Eurasia”.

Le cause geopolitiche dei recenti scontri etnici in Kirghizistan

In questo articolo si intende attrarre l’attenzione del lettore prevalentemente sul contesto geopolitico internazionale che ha, con tutta probabilità, influito in maniera significativa sugli scontri interetnici avvenuti in Kirghizistan.

Russorgimento

Con un ribaltamento maturato negli ultimi anni non solo a livello istituzionale quanto soprattutto sul piano più strettamente geopolitico, l’Orso russo ha deciso di rialzarsi e di rimodellarsi, di spezzare catene che sentiva estranee e di tracciare una nuova via nella storia, innanzitutto nella propria, ma per di più in quella di un mondo in tensione verso un ordine multipolare.

T. Graziani sulle elezioni russe a Sky TG24 e Radio Vaticana

Tiberio Graziani, presidente dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) e direttore della sua rivista ufficiale "Eurasia", è stato invitato a commentare le recenti elezioni russe, ed in particolare il complesso dopo-elezioni, ai microfoni di Radio Vaticana (confrontandosi con Fabrizio Dragosei del "Corriere della Sera") e Sky TG 24 (ospite in studio durante l'edizione serale). Di seguito le trascrizioni dei due interventi.

L'ascesa della potenza iraniana e i nuovi equilibri

Le manovre iraniane in corso nella regione del Golfo e nei dintorni sul fronte della disputa tra Teheran e Washington, porta una serie di...

La crisi del Kirghizistan e la sicurezza regionale

Le linee di faglia in Kyrgyzistan formano un'estensione della geopolitica della guerra afghana dove non sorprende che gli Usa mostrino riluttanza a cedere il proprio monopolio nella risoluzione delle crisi. Solo attraverso una paziente ristrutturazione economica le radici dell’instabilità possono essere eliminate.

Prospettive della sicurezza cooperativa in Eurasia centrale

Il ritiro del sistema anti-missile degli Stati Uniti dall'Europa dell'Est, ha portato al dibattito sulle prospettive di un sistema cooperativo di sicurezza in Eurasia centrale. Il sistema anti-missile annunciato dall'amministrazione di George Bush Jr. nel 2007, aveva portato a gravi tensioni nella regione, quasi a ricordare la rivalità della guerra fredda. Con il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che si concentra a 'resettare' le relazioni con la Russia, la prospettiva della cooperazione Russia-USA appare luminosa nella regione dell’Eurasia centrale, con la Russia che già permette il transito nel suo territorio per rifornire l'Afghanistan e rimodellare la sua posizione nei confronti dell'Iran, in materia di disarmo nucleare. Lo scudo anti-missile è stato svelato nel gennaio 2007. Esso mirava a implementare dal 2012 un sistema radar nella Repubblica Ceca e 10 intercettori in Polonia. Mentre gli Usa hanno giustificato ciò col fatto dei pericoli da parte degli ‘Stati canaglia', la Russia l’ha considerata una mossa per minare la sicurezza della Russia e la sua sfera di influenza.
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